Il Gran Bollito Cremonese oggi

Eurocarni n°12, 2020

Articolo di Monti Francesca

Rubrica: progettare la carne

La tradizione è l’espressione della cultura e dei valori del territorio, del calore delle generazioni passate e future.

Ricordi che si susseguono e racconti che si incrociano tessono le fila di una storia unica che identifica e unisce. A Cremona arte e gastronomia delineano la sagoma della città, ma senza staticità, senza un forte ancoraggio, la tradizione si muove nell’oggi come la musica della violinista Lena YokoYama che dal Torrazzo si diffonde in tutta Italia. Il Gran Bollito cremonese è una delle più note pietanze locali, nasce nelle famiglie numerose di un tempo e ancora oggi è un piatto tipico preparato soprattutto nelle stagioni invernali e accompagnato dal gusto inconfondibile di un’altra eccellenza, la mostarda cremonese.

Il bollito esalta tutte le sfumature della carne grazie ad un’attenzione particolare alle differenti cotture. Nato per un numero ampio di commensali, oggi la tradizione si ripensa alla luce di una contemporaneità in costante cambiamento. Per continuare il loro percorso le ricchezze del passato devono imparare ad adattarsi a una nuova comunità. Chi è in grado di compiere questa trasformazione di linguaggio riesce a trasmettere tutti i valori intrinseci alla tradizione in una forma oggi comprensibile, attuabile e rievocativa. Il Gruppo Macellai Cremonesi ha colto il bisogno di un cambiamento, non sostanziale, ma nel modo di consumare il prodotto, che ascolta i bisogni di una nuova clientela. Le macellerie del gruppo si sono attrezzate affinché i clienti possano trovare il bollito già pronto preparando i tagli cotti in singole buste sottovuoto.

L’iniziativa ha due vantaggi evidenti che la rendono immediata e spendibile: il primo riguarda la riduzione della difficoltà della preparazione e la seconda la riduzione dei tempi di cottura. Il terzo spunto che fa di questa proposta un’alternativa smart è il fatto che le persone a seconda dei propri gusti o di quelli dei loro ospiti possono comporre il proprio bollito. Questo è il principio del B2I, Business To Individuals, che ragiona sulle persone a prescindere dal contesto in cui ci si trova.

Lo spiega Fernando G. Alberti, professore ordinario di Economia aziendale presso la LIUC, dove dirige l’Istituto di Imprenditorialità e Competitività. «Oggi si assiste ad un ritorno alla personalizzazione dell’offerta, attraverso la costruzione di esperienze d’acquisto uniche da parte dall’azienda, cucite intorno alle esigenze individuali di ciascun consumatore».

Dall’analisi dell’Osservatorio sulla Competitività delle Imprese del Terziario si evince che li confine tra prodotto e servizio è sempre più sottile, i clienti ricercano nel prodotto un servizio personalizzato costruito in base alle proprie esigenze individuali. Se da un lato questa proposta si avvicina alle persone, dall’altro le rende allo stesso tempo più sensibili riguardo alle scelte di consumo: acquistando piccole porzioni è più semplice dosare le giuste quantità ed evitare gli sprechi. Un vantaggio del cliente ma, al tempo stesso, una filosofia intrinseca all’arte di macelleria, in cui lo scarto da sempre viene rigenerato e utilizzato in altre preparazioni.

Il Gran Bollito cremonese in versione smart diventa anche pop, dall’idea della storica Macelleria Ruggeri di Cremona di proporlo d’asporto, servito caldo. Un vero e proprio street food capace di raggiungere un pubblico differente, giovani e turisti, per una pausa pranzo alternativa. Così la storia del Gran Bollito cremonese nata tra le case di famiglie numerose oggi continua nelle strade e nelle persone che insieme, assaporando la tradizione, diventano parte di una comunità che continua e continuerà a tramandare con maestria e creatività il bollito e i suoi valori.


Francesca Monti