A 15 minuti da te, a 15 minuti dalla tua salumeria

Premiata Salumeria Italiana3, 2021

Articolo di Monti Francesca

Rubrica: progettare il cibo

LO SVILUPPO DEL COMMERCIO DI PROSSIMITÀ NEL POST COVID-19

I nuovi sviluppi del mondo del lavoro iniziano a riconfigurare un modello di città differente. Come si insedia il commercio in questa nuova prospettiva, quel è il suo ruolo e quali le linee guida per i commercianti della post Covid Era?

Oggi il disegno delle città è in trasformazione, si intuiscono i futuri trend del mercato e diventano sempre più chiari i valori che guideranno gli stili di vita delle persone. Il mondo è in continuo cambiamento, forse ne siamo più consapevoli, non del tutto lucidi, ma certi che qualcosa si sta modificando in modo profondo. Le nostre abitudini, i nostri approcci, anche al consumo. Il cambiamento delle abitudini lavorative delle persone, ovvero del 15% della vita degli esseri umani, è un fattore sociale determinante per lo sviluppo futuro del commercio. CARLOS MORENO, il direttore scientifico dell’Università Sorbona di Parigi, ha lanciato l’idea di una “città da 15 minuti”, in cui tutti i servizi siano a disposizione dei cittadini ad una distanza massima di 15 minuti in bicicletta o a piedi.

A Milano il modello è stato rilanciato da CRISTINA TAJANI, assessore alle Politiche del lavoro, Attività produttive e Risorse umane del Comune di Milano. Se da un lato emergono ragioni ecologiche legate alla riduzione dell’inquinamento, dall’altro l’obiettivo è un aumento del benessere delle persone e della qualità della vita, che si accosta ad un rinnovato senso delle zone periferiche in cui trova spazio il tema dell’inclusione e della coesione sociale.

Decentralizzando la vita cittadina, le aree attive e i quartieri dormitorio inizieranno a compensarsi e i borghi urbani ritroveranno una vitalità nuova. Dunque potremmo assistere nei prossimi mesi ad una riscoperta del vivere la città all’interno di nuovi spazi fisici e temporali, quelli flessibili del lavoro agile, che permettono di gestire la giornata fuori dagli slot standardizzati a cui eravamo abituati qualche mese fa.

Le ore di strada nel traffico o sui mezzi per raggiungere il luogo di lavoro diventano tempo di qualità, quello di una passeggiata, tempo per accompagnare i figli a scuola e per gli acquisti, più lenti, consapevoli e relazionali. Si tratta di compensazione, la quotidiana socialità legata all’ufficio viene compensata anche grazie alle relazioni di prossimità col macellaio e il salumiere. Nuovi approcci relazionali che delineano un’idea di comunità in cui l’isolamento viene ridotto e aumenta la diffusione delle possibilità per persone e commercianti al di fuori dei centri urbani.

FEDERICO PAROLOTTO, esperto di mobilità e trasporti, parla di ritrovare la dimensione contemplativa. Se viviamo in un ambiente di qualità siamo più propensi a spostarci in bici o a piedi per raggiungere luoghi di interazioni.

Per i commercianti, sviluppare questo tipo di riflessioni aiuta a trovare le chiavi di forza del proprio business per adattarlo al nuovo contesto. In questa logica, il commercio di vicinato, come già abbiamo avuto modo di provare durante le chiusure più o meno rigide degli ultimi mesi, si è posizionato come punto di riferimento per i paesi e i quartieri.

C’è un discorso di fiducia, di protezione, di sicurezza che oggi lega il cliente al proprio macellaio. C’è anche una dimensione di prossimità, vicinanza e relazione che porta le persone a sentirsi parte di una comunità.

Quando la paura lascia spazio alla speranza, alla fiducia e alla reciprocità allora lì che nasce la possibilità, anche per il mondo della salumeria, spesso legato ad una visione tradizionale, in cui le persone che vi operano hanno soglie di cambiamento alte. Le soglie di cambiamento, spiegano gli studiosi CRISTINA BICCHIERI e CASS SUNSTEIN, esperta di comportamenti sociali la prima e economici il secondo, individuano il numero di persone che devono attivare un nuovo comportamento prima che lo faccia tu stesso.

Chi ha soglia 0 si muove da solo, chi ha soglia 1 aspetta che una perso- na si agisca prima di lui, e così via. Oggi la soglia si è abbassata: da un lato, chi ha una forte propensione al rischio ha trovato un ambiente favorevole all’ideazione e alla creatività, influenzando e attivando altri, con soglie di cambiamento più alte. Così non solo il commercio si è velocemente trasformato, ma anche le abitudini delle persone.

Avvicinarsi al mondo digitale resta uno step fondamentale per la nuova era di commercianti e macellai, ma richiede molta attenzione. Il digitale ha una forte componente di fiction da gestire a cui per sua natura il piccolo commercio locale non è abituato. Non è sufficiente adeguarsi alle nuove dinamiche di vendita come l’e-commerce, ma ciò che è fondamentale è riuscire a trasmettere se stessi e la propria identità, dosare verità e fiction e creare nuovi tipi di relazioni e interazioni.

Più che coerenza si tratta di corrispondenza tra l’essere fisico in un contesto di vicinato, virtuale attraverso la vendita e relazionale in entrambi i casi, con modalità differenti ma capaci di trasmettere gli stessi valori.

E se lo stile di vita del domani sarà a 15 minuti, macellai e salumieri tocca a voi. Questo è il momento di costruire un nuovo modo di approcciarsi alla salumeria o bottega di generi alimentari che sappia tener conto delle trasformazioni del mondo del lavoro, che generi valore all’interno del quartiere, che informi persone, le quali oggi sono disposte ad ascoltare, a lasciarsi coinvolgere, a tessere nuovi incontri verso una dimensione condivisa di acquisto consapevole.

Francesca Monti